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"Mio nonno Aldo Moro", il libro che Luca, il "nipotino adorato", diventato adulto, ha scritto sul pensiero del nonno è importante oltre il valore della testimonianza, perché è un testo accessibile a molti sul tema difficile della spiritualità dell'uomo Moro. È un libro completamente diverso dagli altri innumerevoli volumi, che sono stati pubblicati nei 38 anni, che ci separano dalla morte orrida e ingiusta di una persona buona, innocente e mite. Quasi tutti i libri trattano infatti della morte o del caso Moro o inneggiano agli autori. Sono davvero pochi i libri che intendono ricostruire la verità o tramandare la bellezza di una figura straordinaria che ha illuminato il nostro tempo. Luca vuole descrivere il nonno e, pur non essendo uno scrittore, si esprime con la superiore forza dell'amore. In copertina c'è l'ultima foto "normale" scattata ad Aldo Moro, insieme al nipotino, che Maria Fida, la mamma di Luca, ha fatto per finire un rullino il 15 marzo 1978 (il giorno precedente il sequestro). C'è un presagio in quella foto evocativa e dolente perfetta per essere l'emblema di un testo amorevole, impregnato di sconfinato dolore, struggente ma non disperato.